E si possiamo dire questo: la messaggeria più antica e segreta che oggi viaggia in bit parte da qui, da questo oggetto di seduzione e abilità!
Partiamo dal presupposto che da accessorio quasi dimenticato il ventaglio è tornato da qualche anno a fare parte degli outfit estivi, stagione alla quale ci stiamo avvicinando che in Sicilia è emblematica di temperature che necessitano di aria mobile per affrontare la calura estiva.
In Sicilia, appunto, l’uso in effetti non è mai tramontato del tutto, nei paesi è rimasto sempre in uso dove le signore di una certa età non avevano rinunciato a questo compagno colorato e merlettato il più delle volte, e passato in generazioni nei cassetti dei comò delle abitazioni di zie e nonne.
E dalle nonne in un autentico revival lo hanno ripreso le nipoti che oggi lo sfoggiano scegliendolo in tinta con l’abbigliamento e in base alle occasioni, così come le mode del passato ne prevedevano uno per ogni occasione.
Certo molto è cambiato da quando Caterina De Medici lo sfoggiava nella corte Francese e Elisabetta I in Inghilterra facendo diventare la forma rigida di larghe foglie usate per rinfrescare ad esempio le teste accalorate dei sovrani con a strutture semplici e rigide, o gli esempi che vediamo comparire nella Cina antica fino ai romani e al medioevo.
Fu grazie alle nobildonne e regnanti che lo fecero diventare un culto di eleganza e opulenza: vere opere di sartoria impreziositi di stoffe pregiate, ricami, merletti e pietre preziose, piume di uccelli e applicazioni.
La storia parte davvero da lontano e diventa un percorso affascinate tra epoche diverse e lontanissime tra loro come un trait d’union vezzoso.
E’ stato il Giappone a confezionare i primi oggetti mobili che si aprivano diventando così più pratici da portare in mano.
Si diversificano le fogge e gli usi, come accennavamo prima, per le occasioni e si passava da quelli di uso comune a quelli che occupano un posto di primo piano nei balli e nelle occasioni di grande sfarzo. alla stregua degli abiti che accompagnavano, una toletta – quello che oggi chiamiamo outfit – non si poteva ritenere completa senza il giusto ventaglio.
La cosa più curiosa è legata al fatto che possiamo considerarlo il whatsapp d’epoca, una messaggeria in vera e propria con le sue regole, dove ogni apertura o chiusura fatta in un certo modo o la posizione rappresentava una informazione precisa.
Ad esempio, portarlo alla bocca con il viso leggermente reclinato da un lato e lo sguardo fisso sul contendente significava “baciami”.
Dopo essere diventano oggetto di culto la sua lenta discesa avviene con i primi del novecento, usato solo come oggetto da complemento e poi definitivamente abbandonato in seguito ai cambiamenti di stile e dell’idea di eleganza femminile, portato durante i viaggi nei paesi tropicali ma considerato ingombrante e soppiantato dall’avvento dell’aria condizionata.
Il rientro in scena dopo anni di oblio è sicuramente dovuto alla ricomparsa sulle passerelle di moda che lo hanno sfoggiato e riportato in versioni divertenti e colorate, certo più pratiche delle versioni vittoriane, ma di sicuro effetto scenografico per impreziosire il nostro look.
Con riferimento alla Sicilia, l’uso del ventaglio era parte integrante della toletta al pari dei gioielli e degli altri accessori di eleganza, ma anche in epoca moderna è sempre stato tra i souvenir riportati indietro al pari di paladini, carrettini e tempi di Agrigento che ricordavano il viaggio.
Oggi che siamo tornate ad amarlo lo portiamo felicemente in serate danzanti, cene e feste, lo regaliamo alle amiche ed è protagonista di spettacoli vari come un amico di vecchia data al quale affidarci durante la bella estate siciliana.
Viva il ventaglio e la sua gioiosa allegria!